Teoria dell’utilità attesa

Scritto il alle 7:45 da Bruno Nappini

utilita
Precedentemente alla teoria dei Mercati Efficienti, di cui abbiamo parlato nel precedente articolo, viene elaborata la Teoria dell’Utilità Attesa secondo cui gli individui agiscono seguendo modelli comportamentali predeterminati il cui assunto prevede che l’utilità marginale della ricchezza sia sempre positiva.
La teoria dell’utilità attesa prende in considerazione tutti gli eventi possibili associando ad essa una probabilità di realizzazione. Con queste premesse gli operatori economici sono in grado di scegliere le migliori alternative che offrono in assoluto guadagni più elevati e perdite contenute. E’ in pratica un algoritmo algebrico applicato ad un insieme di informazioni che determina il processo decisionale.
Purtroppo, nonostante la facilità di modellizzazione matematica, le evidenze empiriche hanno messo più volte in discussione questi modelli di finanza moderna.
Analizzando una media di rendimenti si nota come il mese con il rendimento più elevato sia gennaio. Partendo con una media mensile di 0,48% il mese di gennaio fa misurare un aumento medio dei rendimenti del 3.40%. Tale effetto è chiamato semplicemente “effetto gennaio”.
Altri studi empirici hanno riscontrato anomalie, ad esempio l’effetto “cambio mese” o l’effetto “vacanza, oppure l’effetto “hallowen” i cui studi sono reperibili nelle bibliografie Jacobs, Levi e Bouman, dimostrando chiaramente che nella realtà dei mercati gli avvenimenti sono spesso discordanti con le leggi fondamentali della finanza tradizionale.
Anche a livello teorico è facile trovare evidenze critiche ai citati modelli. Infatti, anche se gli operatori cercano di effettuare le scelte nel modo più razionale possibile non riescono comunque ad essere completamente razionali a causa di evidenti limitazioni pratiche come possono essere informazioni incomplete, difficoltà di elaborazione, limitato tempo per decidere ect. ect.
Per citare Kahneman esiste una lunga serie di situazioni in cui gli individui deviano dal processo decisionale razionale: attitudine al rischio, aspettative diverse, sensibilità nelle decisioni, in pratica il noise trader. Basando quindi l’ipotesi dei mercati efficienti sulla razionalità degli individui è scontato che la parte psicologica degli stessi rappresenti per tutto il modello un importante pericolo.
Dopo aver analizzato le due teorie di base della finanza moderna, la teoria dei mercati efficienti e la teoria dell’utilità attesa, proveremo a parlare della teoria del prospetto partendo da due importanti e conosciuti paradossi, quello di Allais e quellodi Ellsberg.
Secondo il Paradosso di Allais gli individui sopravvalutano i risultati considerati certi e sottovalutano i risultati considerati probabili. Ciò è in contrasto con la teoria dell’utilità attesa, secondo la quale l’utilità di un evento aleatorio è esattamente la combinazione lineare delle probabilità di ciascun risultato.
Il paradosso di Ellsberg dimostra invece che gli individui preferiscono l’incertezza oggettiva e chiara all’incertezza soggettiva e vaga. Fenomeno chiamato avversione per l’ambiguità.

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